La Protezione Civile non va in vacanza. L’esercito dei volontari continua a presidiare il territorio, fra monitoraggio e supporto alle istituzioni, necessari per garantire presenze capaci e pronte all’emergenza.
Come ogni anno con l’arrivo dei mesi estivi le città si svuotano. Gli uffici chiudono e, nonostante il coronavirus mitiga almeno in parte di travalicare i confini nazionali, i cittadini di Roma e del Lazio stanno abbandonando momentaneamente le loro case per dirigersi verso località di mare o di montagna.
Dalla cultura alla sicurezza. Chi ha l’obbligo di fornire assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sono i volontari della Protezione civile per l’emergenza incendi.
«Più del 99% dei casi è di origine dolosa. Accanto a chi non controlla le fiamme o non le spegne bene ci sono piromani che godono nel vedere bruciare alberi e piante, soprattutto di notte. Senza dimenticare coloro che hanno un interesse specifico per un determinato lotto, come cercatori di asparagi, allevatori, cacciatori. Aiutiamo le forze dell’ordine nel controllo del territorio, ma servirebbero più risorse, e di conseguenza, più personale».
Un’ultima notazione può essere utile: durante una emergenza, attorno ad una tragedia o ad una catastrofe, tutti sentono la necessità di analizzare, intervenire, formulare ipotesi, dare spiegazioni, ed è normale che i “media” rendano conto e diano spazio alle voci di tutti. Per non essere indotto in errore, scambiando l’opinione personale di un esperto con una direttiva o una indicazione ufficiale, è bene che ti abitui a distinguere e riconoscere coloro che parlano a nome della Protezione Civile, perché solo loro costituiscono l’unica fonte certa per le informazioni destinate a quanti sono interessati da un evento emergenziale. Essi hanno, nei tuoi confronti, precise responsabilità che altri non hanno.